MALINTESI
Non era stato molto chiaro durante l’ultima telefonata intercorsa tra noi due, e io chiaramente avevo capito fischi per fiaschi.
Lui era il boss, io il sicario. Nulla era perduto, in fondo non avevo ancora ammazzato nessuno, avevo semplicemente frantumato le ossa a Rodrigo, invece che a Rodriguez.
Il problema principale era che avevo fatto saltare l’accordo di fratellanza con il clan dei Barbareschi, che a loro volta erano alleati con i Cavalesi, amici dei Torniaci e dei Filibustieri.
Ed ora tutti volevano mangiarmi le palle.
Ripeto, non avevo mica ucciso nessuno, solamente una scriccatina d’ossa al tipo sbagliato. Mi erano alle calcagna e ogni mattina mi svegliavo con il lezzo della mia merda liquida sparsa all’interno delle mie mutande.
Avrei potuto cogliere l’occasione per dileguarmi e non tornare più, ma chi avrebbe salvaguardato il mio canarino Titti?
Decisi di restare e capii solo molti anni dopo che fu un brutto errore…
Dopo avermi asportato entrambe le sacche scrotali mi legarono sanguinante in cucina, proprio di fronte alla gabbia del mio adorato Titti, che allegramente si stava nutrendo delle mie palle macinate.
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