GIOCO DI SGUARDI
Le porte automatiche sono ancora chiuse.
Al di fuori dei due pannelli scorrevoli, una folta folla in trepida attesa aspetta l’arrivo delle persone che da lì a qualche minuto usciranno dall’altra stanza.
Siamo all’aeroporto di Milano Malpensa, e la porta di cui sto parlando è il passaggio obbligato per uscire dalla stanza del ritiro bagagli, quella cioè che separa i famigliari tornati da un viaggio da quelli rimasti a casa.
Uno di questi è Pietro Sassèri, distinto trentottenne proprietario di un locale Jazz nei dintorni di Pisa, in Toscana.
Una delle tante cose che fa imbestialire Pietro è arrivare in ritardo, per questo motivo, seppur sappia che l’orario previsto per l’aereo proveniente da Santo Domingo è le 18.25, è all’aeroporto già da un paio d’ore.
E’ ormai un mese che non vede Priscilla, sua figlia di 7 anni, e Virginia, la sua bellissima moglie di origini caraibiche.
Ingabbiato dal lavoro, quest’anno Pietro non è potuto recarsi con la sua famiglia in Repubblica Dominicana, dove ogni anno da 10 anni a questa parte si reca per trascorrere il Natale in compagnia dei genitori di sua moglie.
L’orologio dell’aeroporto segnava le 17.04, e visto che Pietro si era scordato di portare un libro da leggere (strano per un assiduo lettore di gialli) decise di passeggiare per i negozi dell’aeroporto, prendendo prima un caffè, per poi recarsi in edicola.
Camminando nel tragitto tra il bar e il giornalaio gli capitò inconsciamente di concentrare lo sguardo su una ragazza bionda con la coda, intenta a leggere una rivista.
La ragazza, a sua volta, per puro caso alzò lo sguardo e incrociò gli occhi di Pietro, per un rapido istante.
Senza farci caso Pietro continuò a camminare.
Entrò in edicola e iniziò con tutta calma a girovagare tra gli scaffali dei libri.
Piacendogli molto la lettura e sapendo che in aeroporto non sarebbe mai riuscito a concentrarsi totalmente sul libro, decise di acquistare una banale rivista, da sfogliare nell’attesa.
Dopo aver pagato 5,50 € per il mensile “Focus” uscì dal giornalaio camminando e canticchiando verso la sala d’attesa per i voli internazionali.
Questa volta fu Pietro ad incrociare lo sguardo della ragazza, che alla vista del distinto uomo, si esibì in uno splendido e sincero sorriso.
Pietro contraccambiò e rispose con un sonoro “Ciao” ma continuò a camminare, accorgendosi dopo cinque passi che era già ormai troppo tardi per tornare indietro a fare quattro chiacchiere.
Giunto davanti all’uscita si sedette e aprì il giornale.
A 200 metri da lui quella ragazza era ancora seduta.
Pietro continuava a sfogliare le pagine, ma ripensava a quel bel sorriso; sapeva che era solamente un gesto di gentilezza, ma avrebbe voluto approfondire la cosa.
Alzò lo sguardo dal giornale e la vide, ancora intenta a leggere la sua rivista.
Perché gli aveva sorriso?
Iniziò a fare delle ipotesi: lo aveva fatto per cortesia o perché in qualche modo lui l’aveva colpita?
Era perché mentre camminava stava canticchiando oppure perché cercava compagnia nell’attesa di qualcuno?
Pietro provò a concentrarsi sugli articoli di “Focus”, ma non ci riusciva, doveva scoprire se la bionda era ancora lì, alzò lo sguardo e questa volta anche la ragazza lo stava guardando.
Pietro era turbato, avrebbe voluto recarsi dalla biondina, ma con che faccia? Che cosa le avrebbe detto?
Non voleva rimorchiarla, però c’era stato quel bel sorriso, voleva almeno scoprire il perché.
Pietro si alzò e si recò alla toilette, si sciacquò il viso e tornò al suo posto, sempre con la sua rivista.
Dopo aver letto qualche pagina dovette assicurarsi che la donna fosse ancora lì, ma questa volta non c’era, era andata via.
Meglio così forse.
Ore 18.49.
Finalmente dalle porte ecco arrivare a braccia aperte Priscilla, la sua gemma, dopo averla abbracciata e presa in braccio, un bel bacio a Virginia e poi diretti in macchina per tornare a casa, ascoltando i racconti dettagliati su tutto ciò che era successo in quel periodo di lontananza.
Passarono un paio di giorni, la routine si ristabilizzò, poi una sera, dopo aver parcheggiato la sua Mazda MX5, nel tragitto a piedi per arrivare al “Black Cock”, il suo locale, incrociò per puro caso lo sguardo di una vecchia signora, che gli sorrise.
Subito gli venne in mente il sorriso di quella graziosa bionda all’aeroporto, e per tutta la serata ripensò all’intrigante ragazza.
Tornò a casa dopo qualche ora, ancora con l’amarezza di non averle detto niente.
Passarono i giorni, le settimane e gli anni.
Pietro dimenticò totalmente quello strano inconveniente all’aeroporto.
Ma chissà cosa sarebbe successo se…
Pietro morì a 74 anni, senza sapere.
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