UNA STORIA DI PESCATORI
C’era una volta un pescatore, di nome Domenico Pari, conosciuto da tutti come Fanin.
Fin da giovane, Fanin adorava passare le mattinate in compagnia della sua adorata canna da pesca; pescare era la sua passione, gli permetteva di vivere dei momenti in solitaria immerso nella natura.
Non aveva mai avuto una gran fortuna, di pesci non ne pigliava tanti, ma la cosa non gli importava, quello che gli interessava era trovare la sua armonia in mezzo alla natura, e quei pochi pesci che prendeva gli bastavano.
Dopo aver lavorato una vita intera, arrivato all’età della pensione, decise con qualche suo risparmio di comprare un pedalò e dell’attrezzatura nuova.
Decise che era giunta l’ora di scacciare la sfortuna, e pensava che il suo nuovo pedalò bianco e arancione gli avrebbe permesso di farlo.
Con esso infatti, oltre all’indiscussa comodità, avrebbe potuto caricare con più facilità l’attrezzatura.
Con più tempo a disposizione si sarebbe soffermato di più sulle varie tecniche di pesca e magari sarebbe riuscito a competere con l’odiato Martelli.
Claudio Martelli era il pescatore più famoso di Torre Pedrera, da sempre con i suoi racconti epici aveva conquistato la simpatia dei suoi compaesani e, grazie ai suoi consistenti raccolti, la stima di coloro che omaggiava con il suo pesce fresco.
Da sempre Fanin aveva considerato Martelli come esempio, ma in fondo al cuore provava una certa invidia per la sua fama e per la facilità con la quale pescava.
Si diceva che una volta avesse pescato un tonno di 8 kg con la sola forza del suo corpo, senza l’aiuto di fiocine né di reti.
Fanin iniziò ad usare il suo nuovo pedalò in una fresca mattinata di Aprile, ma nonostante tutti i suoi sforzi e i suoi continui spostamenti, di pesce neanche l’ombra.
Per giorni osservò con astio e con un pizzico di invidia Martelli, che, seduto da anni sullo stesso scoglio pescava esagerate quantità di pesce.
Così, qualche mese più tardi, Fanin, all’alba di una soleggiata mattinata di Luglio, caricò la sua attrezzatura sul pedalò e si attraccò nelle vicinanze dello scoglio su cui Martelli soleva sedersi.
Ciò nonostante la sua canna non osava dar segno di vita.
Contrariato e irritato si ostinava a passare giornate intere in mare col pedalò e ogni volta che tornava a casa riversava la colpa su fattori naturali come il vento o le condizioni del mare.
Poi, durante un giorno di leggero scirocco, decise di mettere da parte l’orgoglio, si recò a casa di Martelli e, dopo averlo chiamato dalla finestra gli chiese: <<Claudio, dimmi come fai a trovare tutto quel pesca, qual è il tuo segreto?>>
Claudio Martelli accennando un leggero sorriso gli rispose: – Caro Fanin, non sono io che trovo il pesce, è il pesce che trova me… trova la tua armonia con la natura, e vedrai che i tuoi problemi svaniranno. –
Fanin ripensò per settimane alla risposta di Martelli, così iniziò a soffermarsi sui colori e gli odori del mare, fermandosi ad ascoltare l’incredibile silenzio che produceva… di pesce ne prendeva sempre poco, ma almeno aveva ritrovato quell’armonia che gli permetteva di vivere in estrema serenità con sé stesso… ed effettivamente i suoi problemi svanirono.
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