SPIRITI DORMIENTI
Goudyman era il leone più feroce del deserto di Boringard.
Ogni mattina Goudyman si svegliava all’alba, odorava il profumo della sua terra, sentori asciutti e caldi, aridi e bollenti.
L’afa e la calura, il sole caldo già dal mattino.
Goudyman era il padrone, il Re.
Poteva decidere, ed era libero.
Nei suoi occhi l’orizzonte, nel suo animo la forza, nel suo cuore la libertà, nei suoi arti vigore.
La sua violenza verso la preda era semplicemente necessità, non c’era invidia né vendetta nei suoi comportamenti.
Rispettato da tutti, le sue movenze feline, eleganti e dolci, la sua presenza ricca di energia.
Goudyman era il Re.
Non conosceva il male, non conosceva la tristezza, né lo stress.
Mitch Karlheinz, cacciatore di professione, si trovava a Boringard per una missione per il governo di Sapang.
Doveva catturare un leone, e doveva portarlo a casa vivo…
Un leone feroce vivo; in cambio 10000 Banfore, una fortuna.
Durante un safari nel deserto vide Goudyman, maestoso, elegante, feroce. Capì subito che sarebbe stata quella la sua preda.
Per tre notti si appostò in una tenda, nascosto su un altura a studiare le abitudini della belva.
Al quarto giorno, al levar del sole premette il grilletto; il dardo sibilò nell’aria rapido.
Zuck!
Il buio.
Notte fonda.
…
…
Passarono sei settimane, poi il risveglio.
Davanti a sé migliaia di sconosciuti individui si espressero in un: “Ooooh” di stupore.
Negli occhi la ferocia, la belva furibonda.
Il Signor Karlheinz insaccò il suo bottino, il governo di Sapang triplicò il proprio fatturato mostrando ai propri cittadini l’essenza della ferocia, la purezza del selvaggio.
Passarono i mesi. Goudyman ingabbiato, la sua libertà persa, i suoi arti pian piano persero il proprio vigore, il suo cuore si spense, ormai schiacciato dall’abitudine; la sua mente ormai incapace di accumulare forza per combattere e lottare.
Era diventato un fenomeno da baraccone; passarono gli anni, il deserto era lontano, irriconoscibile, finito.
Avevano ingabbiato uno spirito libero. Di Goudyman rimase solo la forma, ma si perse l’essenza.
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