A ZONZO
Prendo la mia bici ed esco di casa.
Orgoglioso della mia due ruote blu comprata anni fa da “Mini” per la modica cifra di 300€, salgo in sella e inizio a pedalare.
Nelle tasche pochi euro, le chiavi di casa, il cellulare e tre preservativi, perché come insegna il mio amico Tosi:”non si sa mai”.
Inizio a pedalare in direzione Torre Pedrera, ma con calma, nessuno mi corre dietro, né mi mette fretta.
Inizia a gocciolare un po’ e per qualche minuto mi tocca fermarmi sotto una tettoia per non rischiare di bagnarmi troppo.
Dopo la sosta ricomincio a pedalare arrivando dopo qualche minuto al Mirage, chiacchiero con i ragazzi del posto per una buona mezz’oretta e riparto, verso Viserba, ma senza una meta precisa.
Sono da solo, ma la cosa non mi pesa per niente, stasera non ho voglia di compagnia.
Arrivo a Viserba e inizio a cuor leggero un lento e armonioso zigzaghio per le strade della mia città, la mia mente è libera, non ho nessun problema a cui pensare, così inizio a pedalare con la testa alta, concentrandomi sui rumori e gli odori della mia città.
Mi accorgo così facendo che durante le innumerevoli volte nelle quali sono passato davanti ai soliti edifici, non ho mai posto attenzione ai nomi degli alberghi o al nome delle viuzze che fin da bambino ho percorso.
Un po’ superficiale, non è vero?
Le cose che si hanno sotto gli occhi sempre sono un dato di fatto, e per questo ogni volta che le rivediamo non le guardiamo con occhio attento, perché la nostra mente è talmente abituata a vederle in un certo modo, che non cerca dopo tanto tempo di trovarne nuovi particolari.
Continua a piovigginare,ma questa volta mi lascio bagnare felicemente odorando quell’aspro odore della pioggia sull’asfalto.
A volte lascio viaggiare la bici da sola, senza pedalare, il suono della catena che si ferma è meraviglioso, le ruote girano grazie all’inerzia del movimento, ho la mente libera.
Ho trovato un momento per me.
Stasera ho fatto proprio bene ad invitare fuori la mia inseparabile due ruote.
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