UN TEMPO LIMITATO
Venti minuti.
Non erano tanti, eppure gli sarebbero bastati.
Il vento caldo di quella mattina di Luglio aveva scaldato la città, oppressa ormai dall’afa estiva.
Giorgio aveva abbassato i finestrini della sua Opel, giusto per non crogiolare in quel forno di macchina dov’era seduto.
Erano ormai le 11.15 e in venti minuti Giorgio sarebbe arrivato facilmente nel luogo dove si sarebbe dovuto presentare per le 11.30.
Cinque o dieci minuti di ritardo non avrebbero significato nulla, l’orario dell’appuntamento era flessibile, ma ritardarlo di troppo avrebbe significato mancanza di serietà.
Era caldo, molto caldo.
Ma Giorgio avrebbe dovuto resistere solo per venti minuti.
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