OVERDOSE
Questa volta aveva esagerato.
Il mix di droga e alcool che si ritrovava in corpo stava facendo effetto, ma questa volta Cristian aveva superato il limite, era in overdose.
Seduto sul divanetto della discoteca, giaceva in uno stato pietoso con un rivolo di vomito che dalla bocca colava fino a terra.
Quando sei in quelle condizioni, la gente che ti passa vicino, ti osserva disgustata, e se ne scappa, fregandosene.
Questa volta però Cristian aveva bisogno di aiuto, i suoi sensi si stavano assopendo, e ciò che sentiva era una strana sensazione, la musica e l’alto vociferare era il solo rumore che riusciva ad ascoltare, in bocca la lingua pesante, appesantita dal rum, secca, lapposa.
Non riusciva a muovere il corpo, si sentiva pesante.
Avrebbe voluto parlare o alzare un braccio per chiedere aiuto ma dalla bocca usciva solo bava bianca e il suo sistema nervoso era bloccato.
Gli occhi aperti e vitrei fissavano il pavimento in un punto in mezzo alla pista da ballo, ma quello che vedeva erano ombre in movimento.
Lentamente le ombre si diradarono, passò del tempo che Cristian non poteva calcolare, fin quando nitidamente riuscì a focalizzarsi su qualcosa: un paio di All Star blu, rivolte verso di lui.
Uno scossone… tossì, ma era troppo tardi, la ragazza accortasi della gravità della situazione chiamò l’ambulanza, ma i soccorsi sarebbero arrivati troppo tardi.
Cristian si era addormentato, per sempre.
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