LA RAGAZZA SUL TERRAZZO
La ragazza si affacciò sul terrazzo dell’unico albergo della vallata.
Pioveva…
Qualche metro più in basso, il giardiniere della villa Antoniana, adiacente all’hotel, si accorse della presenza di una persona sulla terrazza.
Era una donna!
Bella? Brutta?
Dal basso non si poteva capire, sarà stata al sesto o al settimo piano, era impossibile giudicare.
Poiché in quell’albergo giungevano a dir molto dieci, dodici forestieri all’anno, l’arrivo di una nuova persona non giungeva inosservata, inoltre essa era una donna, e le donne a Calimari non si erano mai viste.
“Possibile che sia una donna?” pensò Michele continuando a potare l’edera del giardino.
La ragazza fece qualche foto alla vallata, ma poi rientrò in camera.
Pioveva…
Michele tornò a casa turbato.
Chi era quella donna? Cosa era venuta a fare a Calimari?
Non esistevano attrazioni in quel paesino, l’unico evento era la sagra del cinghiale in Settembre, ma anche quella festa era limitata agli abitanti della vallata.
Il giorno successivo Michele tornò alla villa per curare le siepi.
Pioveva…
Come il giorno precedente, alle 10.40 del mattino ancora quella figura dal terrazzo.
La ragazza!
Teneva in mano un cannocchiale, era bionda, sembrava affascinante, ma a Calimari non c’erano donne, di conseguenza la ragazza sul terrazzo doveva essere per forza affascinante.
Michele, al riparo sotto una tettoia per l’insistenza della pioggia osservava la ragazza sognando… ma dopo qualche minuto la ragazza rientrò in camera.
Pioveva troppo.
Michele era turbato; se solo fosse uscito il sole, la ragazza sarebbe scesa per una passeggiata e lui avrebbe potuto fermarla per chiederle il nome, per chiacchierare un po’ con lei.
L’avrebbe portata a vedere l’intera vallata dal Picco degli Angeli, lei si sarebbe innamorata di lui e magari si sarebbero sposati.
Ma pioveva.
Ogni giorno per sette giorni sempre la stessa storia: la pioggia, la ragazza sul terrazzo e Michele, sognante, nel giardino della villa.
La pioggia, nemica, sempre battente, incessante, un ostacolo per i sentimenti di Michele.
Poi un giorno d’improvviso il sole, il cielo terso, Michele osservava la rugiada sulle piante della villa con il sorriso, era arrivato il giorno, lei sarebbe scesa e lui l’avrebbe conosciuta.
Michele aspettò, ma la ragazza non uscì sul terrazzo quel giorno, e nemmeno il giorno successivo…
Nello stesso modo in cui era arrivata, partì.
Michele si dovette rassegnare, l’amore non faceva per lui, il suo lavoro era potare le piante.
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