IL PERCHE’ – UN SOGNO
Ho bisogno di scriverlo.
Non riesco a dormire, c’è quel cazzo di semaforo rumoroso proprio sotto la mia stanza a disturbarmi il sonno e ho troppi pensieri per la testa!
La giornata di oggi mi ha turbato, in senso positivo intendo, la gita a Bruny Island mi ha fatto pensare, quella sensazione al faro è qualcosa di grande, di inspiegabile.
Ogni persona ha un sogno, questo è certo, è impossibile pensare che qualcuno non abbia un sogno da realizzare.
Se poi una persona si vergogni di farlo sapere al mondo, questo è un altro discorso, ciò non toglie che ogni persona su questa terra sia alla ricerca di qualcosa.
La ricerca può essere materiale, tipo guidare una ferrari, comprare una casa, diventare ricco, oppure spirituale, alla ricerca di Dio o del Nirvana, comunque sia, ognuno ha il suo sogno. C’è chi riesce a realizzarlo e chi lo idealizza, c’è chi lo ricerca per tutta la vita e chi lo lascia in sospeso, chi si lamenta di non poterlo mai realizzare.
Ognuno di noi nella vita cerca qualcosa.
In fondo questo qualcosa è quello che molti chiamano felicità.
Quindi c’è chi è felice per qualche evento capitatogli, c’è chi è felice per aver guadagnato dei soldi e c’è chi è felice e si sente pieno per aver aiutato qualcuno.
Chi si sente realizzato nel lavoro, chi è felice per aver cresciuto e educato qualcosa o qualcuno e chi trova la sua forza nel sentirsi migliore o più intelligente di qualcun altro.
Dipende dal carattere della persona, ognuno di noi è diverso.
Non ci sono classificazioni, non ci sono colori netti, non ci sono segni zodiacali o regole precise per poter classificare qualcosa o qualcuno.
Il mio sogno fino a qualche tempo fa era l’Australia.
Non per un motivo particolare, chissà, la lontananza, il fatto che idealmente l’Australia sia vista come un paese solare, non so!
Il mio sogno? L’Australia.
Adesso sono qui; molti diranno “che culo!!” altri “che invidia… “.
Tanti penseranno: “Beh lui non ha mai fatto niente, è figlio di un dottore”.
Pensino quello che vogliono.
Io questo sogno l’ho cercato, l’ho bramato, l’ho inseguito e lo sto realizzando.
La “mia” Australia non è tanto il continente in sé, ma l’idea, il concetto!
Probabilmente per me la parola Australia significherà il passaggio dall’adolescenza all’età adulta, la maturazione.
Oggi su quella cazzo di collina con quel faro ho pianto.
Il cuore mi si è fermato.
Mille fotografie non possono spiegare la sensazione. Su quella cazzo di collina, con il vento a ricordarmi che la natura è padrona del mondo.
A Sud solo acqua e poi i ghiacci del polo Sud.
Il posto più lontano da dove ci si può trovare da casa.
Io, solo con il mondo, con il mare, consapevole di essere riuscito in qualche modo a ottenerlo il mio sogno, nel viaggio, nella vita.
Non mi vergogno di dirlo.
Ho pianto, un pianto liberatorio, il cuore spappolato, il pianto come consapevolezza di averlo fatto, di non aver avuto paura di essere deluso dal sogno.
L’Australia non mi lascerà niente in particolare, è un paese, una terra, come può esserlo l’America, come può esserlo l’Italia, non importa il viaggio lontano, non importa.
E’ il concetto!
Molti intendono il viaggio o la lontananza come sinonimo di fancazzismo, come sinonimo di non aver voglia di far niente.
Purtroppo quello che si prova in viaggio è inspiegabile. E’ la voce del cuore che ognuno di noi ha in sé.
Pregiudizi, concetti preconfezionati e stupidi idealismi seguiranno, lo so per certo, ognuno vede gelosamente il proprio sogno, non capendo quello dell’altra persona.
Io sto capendo pian piano cosa significhi per me l’Australia…
Il mio scopo, la mia ricerca verso il tesoro è sempre più vicina, anche se so che qui non c’è nessun tesoro, l’oro non è in Australia, ma nel mio cuore, ma era ed è INDISPENSABILE continuare questa lunga ricerca qui, in questo continente perché in fondo la lontananza mi sta facendo capire
cosa ho vicino a me.
Io ce l’ho a casa l’Australia.
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